Silvia De Santis, L'Huffington Post Pubblicato: 15/03/15 14:55 CET Aggiornato: 3 ore fa
La felicità non è questione di fortuna. Secondo la psicologia è un’attitudine che ognuno può apprendere da sé modificando il proprio punto di vista sulle cose e coltivando l’ ottimismo. Ma non finisce qui: il cervello può essere educato alla felicità o all’infelicità attraverso un allenamento composto da tre esercizi, che il Time desume da alcune prestigiose pubblicazioni di psicologia.
Numero uno, prima di andare a letto, annotare almeno tre cose positive accadute durante la giornata; numero due: confrontarsi sempre con gli altri, ma solo con chi è peggiore di noi; numero tre: guardare al passato e alle cose che ci sono successe in modo positivo, analizzandole dalla giusta prospettiva.
Il cammino attraverso le “pillole” di felicità dispensate dalla pubblicistica americana inizia con “Psicologia positiva: La scienza della felicità”, in cui si mette in luce come, per avere successo in determinate professioni (avvocato o commercialista) sia indispensabile adottare un pessimismo diffuso che, utile sul lavoro, spesso, però, finisce per estendersi anche alla sfera privata, minando la propria felicità.
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